In attesa di andare a presentare il libro al Caffè di Raiuno, forse è arrivato il momento di fare un punto su “Dittatori”. Sicuramente la mia ultima opera (la dodicesima) in coppia con Anna Ravaglione ha sfondato, l’idea è stata buona e la gente ha apprezzato dappertutto. Abbiamo venduto molte copie ma come ha detto il nostro editore Andrea Giannasi più che le copie conta l’accoglienza e il grande successo mediatico. Agli ineffabili nostri protagonisti abbiamo fatto fare il giro d’Italia e il giudizio è stato unanime, anche ad alto livello: il libro scorre, si beve d’un fiato. Ed è il più grande complimento per il primo atto di una collana in cui crediamo molto, Amori Maledetti. Dopo un’anteprima quasi privata nelle Marche, terra che ha ospitato i miei esordi giornalistici, a Civitanova con il drinking di Alessandra Lumachelli, c’è stata la presentazione in grande stile a Biella, città dove Anna vive e insegna. Un trionfo, sold out alla libreria Giovannacci, ottanta libri venduti in una sera, gente sulle scale, applausi e riconoscimenti. Seconda tappa nel Salento, dall’altra parte della penisola, prima al circolo Bachelet di Taviano (Lecce), poi al liceo scientifico di Maglie. E nuova grande esperienza, particolarmente festosa con i ragazzi. Terzo appuntamento a Ostia, nel mio rifugio. Ospitati dall’associazione antimafia “Noi” e presentati dalla stessa Federica Angeli altro successo incredibile. Abbracci e complimenti da una grande folla e da una squadra fantastica. In più un grande riscontro mediatico da parte di un esercito di grandi professionisti. La conferma di un’opera che presenta la faccia privata, e inquietante, di due crudeli dittatori ma anche che mette in guardia sui rischi attuali di un ritorno al regime. Le similitudini troppo forti e quel richiamo di Primo Levi sempre attuale: “E’ accaduto, potrebbe riaccadere”. Mi piace in conclusione citare un’esperienza della prof che con il cronista forma questa strana coppia di autori. “Oggi un alunno di prima si avvicina e mi dice: ‘Prof, ho guardato il video della presentazione del libro che ha scritto con quel grande giornalista…sa che mi è piaciuto davvero? Perchè non era per niente palloso…Mi è venuta anche voglia di leggerlo…Che poi, lei lo sa, io non sono un gran lettore; anzi, se ho letto due libri in tutta la mia vita finora è dir tanto!’. .. Avvicinare i ragazzi alla lettura è davvero un risultato di cui possiamo essere felici e orgogliosi, in un mondo di nativi digitali che a fatica aprono i libri e solo perchè la scuola li obbliga a farlo”. Ecco, anche se fosse solo per quel ragazzino, avrebbe avuto un senso scriverlo.
Complimenti!