La trattativa per finanziare la Lega con soldi russi è iniziata perlomeno l’estate scorsa. Già allora l’obiettivo era nascondere il sostegno economico dietro una compravendita petrolifera. Lo dimostra un documento del 24 luglio. Un’offerta inviata da Gianluca Savoini, l’uomo di Matteo Salvini a Mosca, e ricevuta da una società russa che condivide gli uffici con due aziende intestate all’oligarca Konstantin Malofeev. La trattativa è proseguita il 18 ottobre, con l’incontro all’Hotel Metropol, a pochi passi dal teatro Bolshoi e dalla piazza Rossa. Quel giorno Savoini è seduto nella hall dell’albergo con tre russi e due italiani. L’Espresso
Quando ho letto dell’accordo tra l’oligarca amico di Putin e la Lega ero sicuro che fosse avvenuto al Metropol, crocevia di tutti gli affari, puliti ma soprattutto sporchi, della Russia nell’ultimo secolo. In quell’albergo di Art Nouveau costruito all’inizio del ‘900 ci sono passati tutti. Da Lenin a Tolstoj, ma anche John Kennedy, Rockfeller e Sharon Stone. Fu in quella hall che si strinsero la mano Stalin e Mao. Con leggero fastidio…. noto nelle cronache che non sono mai citato io che pure in quelle stanze ho soggiornato per mesi.
Come qualcuno saprà infatti sono stato a Mosca con permanenze da corrispondente per il Tg1 praticamente due anni, dal ’91 al ’93, cioè dal primo al secondo golpe. La Rai non era quella di oggi e allora investiva sugli inviati e li trattava molto bene. Così mi concesse il Metropol, roba che già allora costava una cifra. Ma era un alloggio strategico dove incontravi tutti. A un passo da piazza Rossa ero ormai talmente un habituée che mi concedevano una stanza proprio di fronte al teatro Bolshoi. Ricordo i fantastici mosaici all’ingresso ma soprattutto i violinisti su ogni piano e l’arpista nella sala colazioni. Era, in una parola, il più bel posto di Mosca. E probabilmente lo è ancora. I ricordi sono tanti anche se lontani ma non posso dimenticare che ero pure nella piazza adiacente alla Lubianka e ovviamente a pochi metri dal Cremlino. Uscendo però per la passeggiata serale potevo ancora emozionarmi dallo spettacolo mozzafiato della piazza Rossa (“Midnight in Moscow”) specie con la neve o deliziarmi con il lungo-Moscova.
E’ lì che ho visto nascere (e crescere) la mafia russa sulle ceneri della nomenklatura, è lì che è apparsa subito evidente la vendita dell’impero sovietico da Eltin agli americani, come ho raccontato in “Mafjia”. Tornato vent’anni dopo mi sono reso conto che il grande sogno era tramontato, la capitale dell’impero era diventata più capitalista dell’altra faccia della luna, e che Lenin (e Stalin) erano ormai solo un’attrazione per i turisti.
Bei tempi quando Mosca finanziava i partiti comunisti, ora ha cambiato idea..
Un po’ inquartato Lenin.
” La vendita dell’impero sovietico da Eltin agli americani” afferma Pino Scaccia … più che una vendita è stato il pagamento di una cambiale, il crollo del’impero sovietico aveva costretto gli U.S.A. ad farsi paracarro mondiale nei santuari atomici U.R.S.S abbandonati o forse preda delle Vestali, scusate la dicotomia fra il prosaico paracarro e lo spirituale (sic) … Vestale …. PURTROPPO l’equilibrio pentapolare ipotizzato da Kissinger non è nato e le varie mafie dl pensiero, della comunicazione e dell’azione mapipolano i comportamenti delle persone ben mantenute ignoranti e settarie e senza capacità di profondità storica …..