Mai successo. Io sono entrato alla Rai all’epoca della lottizzazione quindi lo posso dire con cognizione di causa. Il direttore del Tg1 era democristiano (di sinistra, perché il congresso aveva deciso così), il capocronista era comunista, il capo degli speciali socialista, altri posti di comando erano socialdemocratici e liberali. Lottizzazione, sempre usata come parolaccia, era in realtà un’autentica espressione di democrazia. Anche allargando il discorso….idem, Tg2 socialista e il fresco entrato Tg3 comunista (il famoso TeleKabul). Ricordo anche bene le riunioni di redazione per impostare il telegiornale; discussioni vere dove volevano anche le sedie. Restano epici gli scontri Morrione-Frajese, due grandi divisi solo dalle idee politiche.
Con questo sciagurato governo del cambiamento è saltata questa regola fondamentale. Pure in maniera schizofrenica, superando anche il manuale Cencelli. La maggioranza poteva essere rispettata mettendo Sangiuliano al Tg1 dov’è stato vicedirettore per anni (e stimato da tutti). Eh no, troppo facile: la testata ammiraglia “spettava” ai cinquestelle e quindi andava ribaltato tutto, spostando Gennaro leghista al Due. La cosa divertente è che Carboni è stato scelto perché ha accompagnato tutto il percorso del movimento, anche se rivendica chissà quali diritti. Insomma, proprio per appartenenza. La voglia di potere poi magari distrae e si mette la Paterniti, europeista convinta, al Tg3 ma è in pieno stile grullino dove ogni giorno si cambiano le carte in tavola.
E voi che ancora credete alla scemenze elettorali (fuori i partiti dalla Rai) eccovi serviti. Neanche ai tempi del cosiddetto monopolio Dc, dove c’era pieno rispetto per le opposizioni. Neanche ai tempi degli editti di Berlusconi. E men che meno sotto Renzi. Sono prove generali di dittatura.
Mi viene il voltastomaco.
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