Le praterie sono spazi infiniti, dove non esistono confini. E’ il territorio dei pellerossa, ma anche la terra dei bisonti, delle conquiste a tutti i costi, della natura selvaggia. Sono stati gli uomini a costruire poi frontiere, inventando con le guerre nazioni e lingue, ponendo limiti alla civiltà. Lo scopo di questa collana è di aprire una breccia, scavare tra i mattoni alla ricerca di fessure che permettano di lanciare uno sguardo a ciò che c’è dall’altra parte, lanciandoci nella vertigine irresistibile tra paura e desiderio, tutto ciò che tendiamo ad escludere dal nostro orizzonte di intelligibilità, di senso, di vita. Dice un antico proverbio africano: “Ciò che non hai mai visto, lo trovi dove non sei mai stato”. Ecco, andiamo dove non siamo mai stati, troviamo quello che non abbiamo mai visto. E’ un po’ in fondo il territorio comanche, dove “non vedi fucili, ma i fucili vedono te”. Senza timore.
“Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere né confini” (Yuri Gagarin)
E’ stato presentato a Roma “Prigionieri dimenticati” di Katia Anedda sui drammi degli italiani all’estero, con la prefazione del già ambasciatore Terzi. E’ il primo libro di una nuova collana di Historica edizioni, “Praterie” che mi onoro di dirigere. Sopra, lo spirito di questa nuova avventura editoriale.
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