Ci sono posti che ti entrano dentro. Fra i luoghi più devastanti che mi è capitato di conoscere girando il mondo c’è sicuramente “La Modelo” di Bogotà, un carcere che da solo sintetizza tutta la parte peggiore di una Colombia magica e contraddittoria. Ritrovo quell’angolo infernale anche nei ricordi di Miriam Marcazzan ne “L’inferno dei narcos” raccontando le sue visite ad Angelo (“ha il cameriere in cella che fa tutto: dal caffè con la moka alla pasta con il ragù”) e poi confidando di avermi chiesto il satellitare per chiamare proprio lui rinchiuso nel settore di massima sicurezza. Ma soprattutto ho parlato molto de “La Modelo” in uno speciale del Tg1, mostrando immagini inedite (pochissime troupes televisive sono entrate, quasi nessuna straniera). Era la fine del 1999: questo è il testo. E adesso è sicuramente anche peggio. (Immagine: durante la visita al carcere)
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