La prima, e forse anche l’ultima, volta che sono andato allo stadio di Kabul ho visto una sfida di buskashi, lo sport tradizionale afghano che i talebani avevano vietato perché “immorale” (toh!). In pratica una specie di “polo” con la testa di una capra (ma in antichità era la testa di un prigioniero) seguito entusiasticamente dal pubblico afghano. Era una domenica e ricordo di aver conosciuto in tribuna anche Peter Arnett, il reporter della Cnn megafono, una volta, di Saddam da Baghdad. Silenzioso, imbronciato, dismesso: molto lontano dai fasti passati.
Bene, non so se si tratti dello stesso stadio (presumo di sì) ma ho rivisto quegli spalti per Murtaza, il piccolo campione che sogna di diventare Messi. In quello stadio oggi, dopo molti anni, si gioca a calcio. Ed è già una grande riscossa.
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