Ci sono negozi, o locali, che fanno parte della città. Sono segnati sulle guide turistiche, come i monumenti, e sono patrimonio di tutti i cittadini. Adesso sta chiudendo, per sfratto, l’Antico Caffè della Pace, a Roma, a due passi da piazza Navona. I paparazzi da decenni piazzati lì, perchè tanto “qualcuno” prima o poi arrivava. Se avevi pazienza poteva capitarti di prendere il cappuccino al tavolino accanto a De Niro o Al Pacino, magari anche a Clinton, per non dire dei Fellini o degli Ungaretti. Una volta, dopo aver benedetto l’interno, sotto il fantastico pergolato si è seduto addirittura Giovanni Paolo II. Inutile fare la lista: praticamente dalla fine del Settecento si sono accomodati tutti. Al suo posto dovrebbe nascere un albergo, ma sia il Comune che liberi cittadini si stanno battendo a suon di firme per non abbattere un pezzo di storia. La memoria è il filo che ci unisce, non si può perdere la memoria. Non pensiate che si tratti di una questione campanilistica, anche se a Roma diventa tutto internazionale. Ricorderete lo spazio che ho dedicato al Gran Hotel Le Palme di Palermo, ma è sempre un grande dolore. Ieri stavo nelle Marche e ho saputo che hanno chiuso il Caffè Meletti ad Ascoli Piceno, quell’anisetta, e il Bar Bedetti a Falconara, quello dei torroni. Si tratta di autentici delitti. E’ come se togliessero un pezzo di vita a ognuno di noi.
Al giorno d’oggi manca proprio la poesia…
Purtroppo qualcuno può ma non deve.
Cosa di può fare per impedirlo?
quanno li potenti decideno noantri nun ce potemo fa ‘gnente :(
Meletti ad Ascoli – non ho parole – e chissà che altro. In cambio, qui, banche, altre banche, ancora banche, agenzie trasferimento danari e vendo oro. Non stanno cancellando la storia, stanno cancellando la gente.
per non parlare delle cianfrusaglie cinesi
o di tutto quello che svendiamo ai russi ricchissimi o agli emiri
diventeremo come gli americani, senza “background” noi che ne abbiamo così tanto
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