Nello stesso giorno arrivano dall’estero due notizie assolutamente contrastanti. Dall’Afghanistan la storia di Spozhmay, una bambina di dieci anni salvata proprio in extremis: sorellina di un comandante talebano era stata imbottita di esplosivo, arruolata a sua insaputa nel sempre più numeroso esercito dei kamikaze minorenni. Dunque, un viso d’angelo che gli adulti avevano trasformato in un demonio, destinato a dare la morte. Da Israele invece una storia d’amore destinata alla grande speranza di pace. Tutte le bambine di queste storie così diverse sono coetanee. Da una parte Yuval, una bambina ebrea morta in un incidente stradale, e dall’altra Miran, una bambina araba che ha ricevuto il suo cuore. Dicono i vecchi saggi di Pattada, patria sarda della lama, che un coltello può tagliare il pane, dunque può dare la vita, ma naturalmente può essere usato come offesa e dare la morte. La colpa non è mai del coltello.
La colpa ovviamente è di chi usa il coltello e di come lo usa!!!
Due storie veramente una all’estremo dell’altra, la seconda dovrebbe essere d’esempio a tanti!!
Salluti, Patrizia
Pemmè le crature nascono bbone, eppoi quarchiduno le porta su la strada sbajata. Perciò la corpa è sortanto de quelli granni.