Per tutti era D’Artagnan. Gli amici lo definivano un “mascalzoncello”, sicuramente da anni faceva impazzire i vigili urbani della Capitale e dopo un servizio televisivo al Comune s’inventarono il reato di furto praticamente “ad personam”. In qualche maniera era ormai un simbolo della romanità. Era quello che prendeva le monetine che i turisti buttavano nella Fontana di Trevi come speranza di tornare. Un ladro sicuramente: dei sogni del mondo. Dieci giorni fa Roberto Cercelletta è morto, vittima probabilmente delle tante malattie (diabete, artrosi, ulcera, pressione alta) o magari dell’invidia. Aveva espresso un ultimo desiderio: di passare anche da morto davanti a quella fontana che era stata la sua vita. Gli amici lo hanno accontentato, così il feretro ha sfiorato uno dei simboli più affascinanti della città eterna. Pochi secondi, apriti cielo! I commercianti della zona si sono detti “allibiti, esterrefatti” e la presidentessa di un’associazione singolare come quella degli “abitanti del centro storico” ha parlato di atto indegno. Indegno di che? Ah, certo, la legalità. “Siete tutti matti. Potete mettere tutti i cartelli che vè pare – diceva D’Artagnan -, i soldi della fontana non sò di nessuno, sò res nullis. Mò è diventato furto, ma io devo campà”. Forse è vero che non era un “eroe” romantico, che faceva parte di una banda, che raccoglieva da buon pescatore centinaia di euro al giorno, ma in fondo erano frutto del grande amore dei turisti per Roma e addirittura il New York Times gli dedicò un reportage. Lui si sfogava su Facebook dove dava dell’”infame” a tutti i nemici. Chissà se ai signori del centro storico, così spaventati da una bara, risponderà il rappresentante delle case popolari di Tor Bella Monaca dove una mattina di dicembre hanno ritrovato D’Artagnan in una pozza di sangue.
Sono ben altre le cose per le quali dichiararsi allibiti, sono altri i gesti da definire indegni e non l’aver esaudito l’ultimo desiderio di D’Artagnan!!
Riposa in pace “mascanzoncello”!
Riposa in pace “mascalzoncello”… :)) copio sgomenta.
qua tra insulti e auguri di morte a una bimba malata e gli insulti alla bara di un disperato a me mi gira la testa… e mi riviene da piangere (mai avute ‘le lacrime in tasca’ poi, oltretutto).
basta, vado in esilio come Napoleone :)
continuando a sognare una Vita su qualche palcoscenico del mondo col pubblico in delirio e io per prima! (ormai mi sono fermata qua, non vado oltre non cresco più…rassegnatevi).
alla tribù, ai ladri di monetine, ai bohemièn che non ci sono più… al genio e alla sregolatezza – e un calcio a tutti i “commercianti” (d'”animo”…..) del mondo: Viva La Vida!
“For some reason I can’t explain, I konw Saint Peter will call my name” … ua-ahhhh… :)))
ai commercianti di zona “brava gente” (che magari va in chiesa alla domenica)… “facciate conto” che sulla bara ci sia questa scritta ;))
(concluso)!
Non siamo più capaci di provare compassione, Pino.
Ci sarebbe da indignarsi per ben altri ladri che sfilano per il centro di Roma, non foss’altro perchè rubano ben più “monetine”…
e…nostre, non dei turisti
appunto