Ho conosciuto Tikrit ad agosto nel 2003 quando era ancora vivo Saddam: il raìs fu catturato (e poi giustiziato) tre anni e mezzo dopo. In quel viaggio fu ospite della troupe del Tg1 anche Lucia Annunziata che a quei tempi era presidente della Rai. Ci fermammo lungo il percorso anche a Samarra per fare le foto sotto la Torre di Babele. L’atmosfera a Tikrit era tesa e potemmo vedere il palazzo presidenziale solo da lontano, tenuti a distanza da marines stanchi e nervosi. Da allora sono passati dieci anni. Ma ancora si muore, a conferma che la…grande operazione americana ha solo invertito i ruoli: adesso sono gli sciiti i carnefici con i sunniti nei panni delle vittime. Il 23 dicembre, l’altro giorno, è stata attaccata a Tikrit la stazione satellitare Salahudin. In azione quattro kamikaze, poi eliminati dalle forze di polizia, che hanno ucciso il direttore del notiziario, Raad Yassin, e quattro redattori: Jamal Abdel Nasser, Mohamed Ahmed Al-Khatib, Wissam Al-Azzawi e Mohamed Abdel Hamid. La settimana precedente un gruppo armato aveva attaccato il municipio facendo ventuno vittime, quasi in coincidenza con l’anniversario della cattura di Saddam. Dopo un periodo di tregua, in Iraq dunque i giornalisti tornano a morire: quest’anno sono già 15, superati di poco soltanto dalla Siria. E addirittura sono 290 dall’inizio della guerra, cioè proprio dal 2003, una guerra in realtà mai finita.
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Pingback: La morte del fotoreporter-bambino | Professione Reporter - 26 December 2013