Se il Babbo Natale di quest’anno ha il nome di Antonio Sasso, un operaio vicentino, che non solo ha restituito cinquemila euro trovate in un portafoglio perso, ma addirittura ha lasciato al Comune la ricompensa che gli spettava a favore dei più bisognosi, la fiaba natalizia è stata sicuramente raccontata a New York. Non solo per il gesto eroico di Orlando, un labrador che ha salvato il suo padrone cieco, Cecil Williams, nella metropolitana di Harlem ma, stavolta, per la straordinaria solidarietà che anche gli uomini – non solo gli animali – hanno dimostrato. Il fatto è che il cane è molto vecchio e si avvia alla pensione. Cecil non se lo può più permettere e allora è stata fatta una colletta: in pochi giorni sono stati trovati 100 mila dollari. Il mondo sarebbe diverso se non succedesse solo a Natale. Sicuramente migliore.
Che belle notizie ,dalla mia terra e dalla big apple che amo tanto.
Buon Natale!
Già, se fosse sempre Natale. Ma non lo è sempre per cui, teniamoci strette queste notizie in vista di giorni lontani.
E’ una di quelle volte che condivido Walter :)))
(con le mie scuse ai sentimentalisti che si scatenano a natale pensando gli valga un bonus…nella compagnia d’assicurazione :)))
Non si può fare solidarietà per professione. Questi episodi lo confermano. Ci vuole un po’ di generosità sincera, senza aspettarsi niente in cambio. Il mondo può essere migliore se mostro a mio figlio un gesto disinteressato verso un estraneo. Quasi sempre gli parlo di educazione, dovere, competizione, poco di solidarietà. E sbaglio.Buon Natale a tutti.
..ma la solidarietà disinteressata è davvero molto bella, l’Unica.
Questa la condivido in pieno!! Forever.
irisilvi, bentornata! era un pezzo che non ti vedevo passare di qui…
:)
semi-ot… nel sentimentalismo di natale ci può stare… e questo altro che lapsus freudiano!
La frase è questa:
“non bisogna mai smettere di sognare perché quando smetti di sognare inizi a morire”.
niente, da non crederci, ma io continuavo a capire: ‘perchè quando smetti di sognare inizi a “guarire”‘. E l’hanno ripetuta più volte…e ogni volta la ‘sentivo’ così! capivo che c’era un controsenso, qualcosa che non andava, ma l’ho dovuta leggere su internet per capire che quello che diceva era “morire” non “guarire”! Incredibile…
(era uno sceneggiato semplice così… sentimentalista, ma carino).
E dire che posso perfino confermarlo…che è vera la prima: quando si smette di sognare si inizia a morire.