Israele, la sua lobby e il “nucleare iraniano”, un disco rotto che dura da dieci anni.
“I proclami si sprecano e il 28 maggio 2003 il ministro degli esteri russo Ivanov avverte della ripetizione dello schema della aggressione contro l’Iraq nel caso dell’Iran. E infatti il 31 maggio successivo Condoleezza Rice minaccia azioni contro l’Iran per il suo supposto appoggio al terrorismo, al gruppo Al Qaeda e per il suo programma di sviluppo nucleare. E inizia il balletto dei punti di non ritorno. [pipistro on line – Luoghi comuni – Tuesday, January 03, 2006]
Con questa storia della difesa in realtà stanno sempre all’attacco, ormai è diventato un alibi per nascondere l’aggressività. Per cercare la pace bisogna parlare ed è delittuoso infilarsi sempre in mezzo a mestare. Oltretutto l’Iran forse ha il nucleare, dico forse, Israele ce l’ha già. E non mi fa stare per niente tranquillo, visto lo spirito guerrafondaio. L’ultima minaccia
attaccano e piangono, attaccano e piangono, attaccano e piangono. Un disco rotto, sì.
L’unico paese in cui aumenta la presenza di soldati Usa? E’ l’Italia
In Italia gli investimenti militari di Washington non solo non si sono ridotti dalla fine della Guerra Fredda, ma addirittura sono in netto aumento“…
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