Un ordigno fatto esplodere lungo il muro di cinta e un tentativo di assalto. Nel mirino a Bengasi l’ufficio dell’ambasciata Usa. L’area dove ha sede l’ufficio, molto ampia, ospita tre palazzine. Secondo i primi rilievi, la bomba sarebbe stata «non artigianale» e non ci sarebbe nessuna vittima. L’attentato è stato rivendicato dal Gruppo Prigioniero Omar Abdelrahman, che ha minacciato «gli interessi americani» nel Paese nordafricano, ha riferito una fonte della sicurezza a Bengasi. «Abbiamo chiesto al governo libico di aumentare la sicurezza attorno alle nostre strutture» ha detto alla Reuters un funzionario dell’ambasciata. Appare sempre più intricata e in salita la strada per il consolidamento della nuova Libia, incapace di superare le divisioni interne e porre fine al «potere parallelo» delle milizie che, dopo la fine del regime del Colonnello Gheddafi, non hanno abbandonato le armi. Risale ad appena due giorni fa l’assalto all’aeroporto di Tripoli da parte dei miliziani della Brigata Tarhuna, che ha costretto le autorità a chiudere lo scalo. LA NUOVA LIBIA
Difficile commentare, anzi niente da dire… Per fortuna ancora ci sono voci fuori dal coro che passano notizie. Grazie.