Il suo nome completo è Hamad bin Khalifa Al Thani, ha sessant’anni. E’ l’emiro del Qatar, gestisce un flusso di denaro enorme (grazie a petrolio e gas) che rende i suoi pochi cittadini i più ricchi del pianeta. Straricco dunque, ma mai stimato: Gheddafi lo chiamava “il ciccione”, Mubarak parlava del suo Paese come di “una scatola di fiammiferi”. Non c’è dubbio che Al Thani si è vendicato. Perché tutti sanno ormai che dietro le rivolte in Libia e in Egitto c’è questo personaggio che vuole diventare il leader del Medio Oriente anche approfittando della sonnolenta politica estera saudita, condotta da ottantenni alle prese con problemi interni. Intanto, per evitare ogni possibilità di rivolta, l’emiro ha aumentato del sessanta per cento lo stipendio a tutti i dipendenti pubblici, fissando per il 2013 nuove elezioni (tanto il Parlamento ha solo potere consultivo). Poi per entrare dalla porta principale nel mondo mediatico ha aperto quella che è diventata la più potente emittente televisiva araba, “Al Jazeera”: gli costa almeno 300 mila dollari l’anno ma ne vale la pena. E proprio la televisione del Qatar ha fatto da cassa di risonanza alla cosidetta “primavera araba” spesso manipolando le informazioni, fino a scendere in Libia direttamente in campo, cioè con i soldati, oltre che rifornire di armi i ribelli (che da Doha conducevano sul web la rivolta). Ma le mire di Al Thani non si sono fermate alla caduta del raìs tanto che l’ambasciatore all’Onu della nuova Libia si è apertamente lamentato: “Vogliono dominarci”. In Egitto si è limitato, per così dire, solo a un aiuto economico versando 500 milioni di dollari per la ricostruzione e promettendo dieci miliardi. Ma l’emiro non è certo un filantropo, ha idee chiarissime. Sunnita wahabita sogna un panarabismo sotto l’Islam radicale. Da anni ospita attivisti islamici in esilio e sostiene Hamas, i salafiti, i fratelli musulmani e persino i talebani ai quali sta aprendo addirittura un’ambasciata in Qatar. Ospita la più grande base americana dell’area, ma conserva ottimi rapporti con l’Iran. “Non abbiate paura della sharia – ripete – sarà l’antidoto all’estremismo”. Nessuno si azzarda a protestare: il generosissimo leader di Doha (ha appena versato 50 milioni alla Francia) vanta almeno quaranta alte onorificenze al mondo. Fra le pochissime che si è autoconsegnato ce n’è una curiosa: Gran Maestro dell’Ordine della Galanteria. Chissà come l’ha meritata.
E intanto in Libia si continua a morire.
Sarebbe di due morti e sei feriti il bilancio dei violenti scontri a fuoco nel centro di Tripoli tra le milizie fedeli al Consiglio nazionale di Transizione (Cnt) libico e un gruppo di uomini armati che fanno parte di una delle tante milizie arrivate nella capitale dopo la caduta del regime di Muammar Gheddafi. Gli scontri armati hanno avuto luogo nei pressi del Palazzo delle Informazioni del deposto regime del raìs.
ma è quello con la moglie bellissima (e per me pure rifattissima)???
E meno male che il Qatar spesso viene dipinto come un paese tollerante!
Non vorrei essere banale, ma con tutti quei soldi è il minimo…
Ma un volpone come ahmadinejad non ci mertte lo zampino in questa lotta di potere?
Proprio perchè è un volpone….aspetta. Comunque non vogliamo mica scatenare la rissa, no? …
La rissa????
Sarebbe la fine……
Appunto…
Ma il Qatar non possiede il nucleare, L’ Iran (quasi) si.
A me mette comunque paura. Troppo ricco e sempre più potente: sta diventando leader di tutti gli estremisti e intanto l’occidente lo vezzeggia e si fa comprare. Dicono che stia anche dietro la rivolta in Siria, insomma io starei molto attento.
Potente è potente, come lo era pure Gheddafi. Senza un esercito decente però, può sperare solo nell’ aiuto dei compari, in caso di attacco da parte di qualche megalomane. E questi compari, vorranno certamente qualcosa in cambio.
Sempre se dopo, è rimasto qualche parte di mondo abitabile.
Io credo che in fondo resta più pericoloso lui: pensa che tipo di guerra possono scatenare nel mondo salafiti e talebani messi insieme. Guerra di tipo terroristico naturalmente.
La bomba atomica mi fa meno paura perchè non ce l’ha solo l’Iran e quindi si stanno tutti un pò calmini da quel punto di vista. Spero di non sbagliare.
si effettivamente hai ragione, ha un pò troppe manie di grandezza quel buzzicone e francamente mi fa un pò paura!
Lei è la copia del busto di nerfetiti!!!
(un pò più giovane però…)
Ma ha un caratterino, dicono…alla larga.
Ogni anno punto e da capo. Mi chiedo quale epoca è stata serena.
Gabbià me sa che il più pulito de sti guerraffonnai imballati de sordi cià la rogna.
Annamo ar mare
Gabbià è mejo lassà perde
famose ‘na volata
dar fiume ar mare
fino che er còre fa tic tac
annamo a respirà l’aria bona.
Aho! ner celo ce so le nuvole
ma pe’ noantri che semo
gabbiani libberi drénto er còre
che ce frega de le nuvole.
Bona volata…bona volata.
franca bassi
Che bella Franca!!!
Franca, hai ragione! Ti do retta!!! ;)))
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
Vabbè volemose bene, sinnò nun vale campa’. Grazzie Sirvà, mo sto annò a scola pe’ cerca la strada de casa tua;)
è facile Franca ;) ti aspetto
Pino, sei unico: in un post hai radunato una lezione di storia contemporanea e aggiornamenti di politica con lo stile chiaro che ti contraddistingue. Un tipo decisamente intraprendente, questo emiro, e può permettersi di fare il “generoso”,anche se non è certo una generosità a fondo perso. Certo che un posticino come dipendente pubblico in Qatar appare interessante…per un attimo ho provato un filo di invidia.Poi mi son detta che non c’è prezzo nè stipendio che possa comprare la libertà, e ti assicuro che non è retorica.
Infine, se la Sharia è l’antidoto all’estremismo, mi chiedo se l’emiro del Qatar conosca il senso della parola “moderazione”.
Pino ma ho capito bene? La US Navy avrebbe liberato marinai iraniani rapiti da pirati somali?
Sì, con tanto di troupe televisiva a bordo.
«È come se foste stati mandati da Dio», ha detto uno dei marinai iraniani, Fazel Ur Rehman, 28 anni, ai militari americani, secondo quanto riferisce il New York Times che aveva un corrispondente e un fotografo a bordo della portaerei.
Operazione in pieno stile Hollywood però bisogna ammettere che ha smorzato moltissimo le tensioni.
Si grazie,alla fine l’ho trovata sul corriere la notizia.Pensavo di non aver capito …oppure non volevo credere alle mie orecchie ;)
Su Repubblica è più dettagliata. Sicuramente una grande operazione politica, prima ancora che militare.
Incredibile! Il Corriere da molto risalto,d’altrone sono poche righe.alla censura di Teheran della notizia,mentre Repubblica parla di clima disteso e parole concilianti da parte del portavoce del ministero degli esteri iraniano….
Vedi che poi non ho sbagliato a mettere in risalto quel “concetto” sotto la testata del blog?
Azz…ci stavo proprio pensando!!!! Allora visto che la verita’,in questo caso e forse pure in altri ,se non sempre,non esiste ma esistono i fatti ,qua di fatti ce ne starebbero parecchi…
1)gli stati uniti,perlomeno con questo presidente,non hanno nessuna intenzione di intervenire,anzi lanciano messaggi volti al dialogo così chiari da non lasciare dubbi
2) alzano la voce per Israele
3)pure l’Iran non sembra avere tutta sta bramosia di guerre contro gli infedeli….
4) se aspettiamo che i fatti ci diano risposta o ragione probabilmente non ci si leggerebbe piu’ :(
C’è una costante, però: che alzano la voce per Israele. Cambiano i presidenti, ma il problema è sempre quello.
(Non dico che bisogna aspettare i fatti – anche perchè spesso non si conosceranno mai – ma serve semplicemente cautela evitando di prendere tutte le notizie come verità).
esatto,questo l’ho imparato….
L’emiro del Qatar è il primo leader arabo a suggerire che l’invio di truppe in Siria sia la soluzione per porre fine alle violenze che negli ultimi 10 mesi hanno travolto il Paese. Alla domanda della tv americana Cbs se sia a favore di un intervento dei Paesi arabi in Siria, lo sceicco Hamad bin Khalifa Al Thani ha replicato: «Alcune truppe dovrebbero essere inviate per porre fine alle uccisioni». Il Qatar ha appoggiato le rivolte della Primavera araba con la sua tv Al Jazeera, che ha fatto da cassa di risonanza alle proteste (con l’eccezione, notano i critici, di quelle nel vicino Bahrein), ha inviato i caccia in Libia per la no-fly zone della Nato e finanziato e addestrato i ribelli affiancandoli con «consiglieri militari». Quanto alla Siria, da mesi è tra i vicini più critici del presidente Assad, del quale pure si definiva un «amico».
Caro Pino,
mi interesserebbe avere un contatto con l’addetto culturale all’ambasciata del Qatar a Roma.Hai il suo recapito?Grazie.
Vittorio Fiorito
ciao vittorio, no non ce l’ho mi dispiace