Aveva pubblicato soltanto la notizia che il giudice aveva disposto un incidente probatorio nell’ambito di un’inchiesta su presunti abusi sessuali su due sorelline di 12 e 14 anni, ipotizzando che le indagini potessero coinvolgere altre persone. Nessun nome, nessuna dichiarazione, nessuna intercettazione. Ma per quella che il giudice ha ritenuto essere un favoreggiamento Giulia Martorana, giornalista pubblicista di Enna, corrispondente dell’agenzia Agi e del quotidiano “La Sicilia” è stata condannata a venti giorni di carcere, con la sospensione condizionale della pena, per non aver voluto rivelare al giudice la fonte della notizia. segue
pare che in quanto pubblicista e non professionista non potesse avvalersi del segreto professionale… !!! :(
Esatto, il problema “tecnicamente” è quello. Ma è comunque grave: specie in provincia sono tutti pubblicisti e comunque faceva un vero lavoro da cronista.
Mi censuro il commento da solo…
Senza i corrispondenti, che al 99% sono pubblicisti, i giornali locali non esisterebbero…
L’ho appena detto.
complimenti a quel giudice, davvero bravo!
tutta la mia solidarietà alla giornalista!
Il giudice (sicuramente severo) ha applicato la legge. Il problema riguarda l’Ordine.
Infatti, il problema riguarda l’Ordine. E questa è l’ennesima prova delle necessità di una riforma dello stesso…
Chiedo scusa per la mia ignoranza, ma che significa è una pubblicista e non una professionista? In pratica, qual’è la differenza?
L’Ordine dei Giornalisti ha due elenchi. Uno riguarda i “professionisti” cioè quelli che svolgono esclusivamente la professione di giornalista, sono assunti da una testata e dopo un periodo di praticantato devono superare un esame di stato. Loro possono lavorare dentro un giornale e hanno la possibilità di non svelare le fonti. L’altro elenco riguarda i “pubblicisti”, in una parola i collaboratori: nella vita possono fare qualsiasi altro lavoro e in pratica si tratta solo di un riconoscimento per la loro collaborazione fissa, per accedere basta consegnare una serie di articoli pubblicati (e pagati).
Tutto questo in teoria. In pratica, specie in provincia, si usano i pubblicisti per un’attività giornalistica vera e propria.
E vi sono pubblicisti che svolgono come unica professione quella giornalistica…
La mia disamina è tecnica. Ci sono anche pubblicisti per hobby, cioè come un vezzo. L’Ordine dovrebbe fare distinzione proprio su questo.
Si pone allora la domanda, da chi non è “addetto ai lavori”: se la Giornalista ha subito una condanna (severa o no), non è da considerarsi responsabile anche la testata giornalistica? A cosa serve allora il Direttore Responsabile?
La testata, e quindi il direttore responsabile, entrano in ballo quando c’è una querela e la loro quindi diventa una responsabilità oggettiva, cioè di mancato controllo. Qui la questione è diversa, ossia individuale: la cronista non è sotto tiro per quello che ha scritto, ma perchè si è rifiutata di riferire la sua fonte. Un’opportunità riservata solo ai professionisti.
In questo caso, la fonte della notizia cercata dal Giudice, lei ha detto no; quale considerazione? io mi trovo concorde con il comopianto Montanelli, urge una riforma delle leggi che regolano la materia giornalistica; pubblicisti, professionisti, freelance; in fondo (è una regola non scritta) anche un grande giornale on line o carta; decide il direttore o l’editore l’accesso in pagina di scrittori, giornalisti o non.